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Mattonelle vs pavimento per esterni in resina

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Pavimento per esterni: mattonella o resina?

Come scegliere la pavimentazione più adatta

L’allestimento degli ambienti outdoor è un’impresa tanto coinvolgente quanto impegnativa. Per intraprendere una soluzione d’arredo che coniughi perfettamente eleganza e funzionalità, è necessario considerare due aspetti indispensabili:

  • Stile d’arredamento.
  • Destinazione d’uso.

Selezionare la tipologia di pavimento per esterno deve prevedere un continuum stilistico tra l’ambiente indoor e quello outdoor. Giardini, terrazze e bordo piscina, vanno decorati ed impreziositi da elementi che sfoggiano il medesimo stile e tono dell’arredamento scelto per abbellire gli ambienti interni, in modo da rendere l’abitazione armonica e gradevole.

Mattonelle o pavimenti in resina?

Il grande dilemma tra la classica mattonella e l’innovativo pavimento in resina è decisamente contemporaneo. Fino a pochi anni fa infatti, il pavimento in resina era prerogativa esclusiva di edifici capienti come industrie, centri commerciali, ospedali e grandi magazzini. La mattonella in cotto o gres porcellanato invece, era destinata all’arredo di interni ed esterni domestici. Oggi i rivestimenti in resina si stanno imponendo sul mercato rivelandosi una valida e conveniente alternativa alla tradizionale mattonella.

Pregi e difetti delle mattonelle

Le mattonelle sono degli elementi realizzati seguendo un metodo industriale, il mercato è ricco di tipologie variegate che si distinguono per forma, colore e design.

  • Lo spessore varia da un minimo di 3,5 mm ad un massimo di 12 mm.
  • Sono decisamente resistenti agli urti e alle abrasioni.
  • Non si scalfiscono in seguito a graffi.
  • Non sono facilmente soggette a macchie o incrostazioni.
  • Sono idrorepellenti.
  • Mantengono intatte le loro peculiarità anche se sottoposte a sbalzi termici.
  • Semplici da pulire e disinfettare.
  • Sono durature nel tempo.

L’unico aspetto negativo da sottolineare, è la presenza di fughe: sottili spazi che intercorrono tra un elemento e l’altro. In esse si annidano muffe, sporco e si prolificano colonie di batteri.

Pro e contro dei pavimenti in resina

Le resine utilizzate nel pavimento per esterni sono poliuretaniche multistrato e vengono realizzate artigianalmente.

  • I pavimenti in resina Milano sono in tutto e per tutto personalizzabili: dal colore all’effetto cromatico, dal design alla materia.
  • Hanno uno spessore di 3/4mm, sono facili da posare e possono essere sovrapposte ad un pavimento per esterno preesistente.
  • Resistenti agli urti.
  • Semplici da pulire e pratici da smacchiare
  • Possono essere rimossi anche parzialmente in maniera rapida.

Le resine per esterno a lungo andare possono però perdere la loro lucentezza e vivacità, se esposti continuamente agli agenti atmosferici.

Tutte le cose da sapere prima di partire per un’escursione

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Escursioni, preparativi ed informazioni, cosa sapere prima di partire per un’escursione

A tutti prima o poi capita di effettuare un’escursione, che sia in mezzo ai boschi e la natura o al centro cittadino storico di una qualche città, ma come prepararsi al meglio e quali sono le cose da sapere prima di partire per un’escursione? In questo articolo vogliamo fornirvi una guida informativa e dei piccoli consigli da tener presente prima di partire, per non rischiare di restare in difficoltà o comunque in situazioni spiacevoli nel bel mezzo di una giornata escursionistica!
Capiamo meglio di cosa stiamo parlando…

 

Cosa portare con sé e cosa no

La prima cosa che ci passa per la mente nel momento in cui dobbiamo prepararci per un’escursione è sicuramente l’occorrente da portarci dietro. Spesso si fa il grave errore di portare con sé cose che non ci serviranno assolutamente durante la giornata, e la cosa principale da considerare è proprio quella di portare il minimo indispensabile, in quanto un’escursione spesso può esser faticosa e difficoltosa, a questo non ci aiuterà sicuramente un bagaglio pesante da portar dietro!
L’occorrente da portare può variare molto dal tipo di escursione ovviamente, nel caso in cui si dovrà effettuare una gita in mezzo alla natura è opportuno portar tutto il necessario in caso di necessità, innanzitutto dell’acqua, ma a seguire possono essere utili anche dei piccoli kit da campeggio che includono coltellini svizzeri, bussola, cavi resistenti, una piccola torcia e dei kit di primo soccorso.
Pensando più in grande possono esserci anche altre cose utili per un’escursione, soprattutto se sarà prevista la divisione del gruppo oppure si pensa di restar fuori per molto tempo, una cosa da considerare sono delle ricetrasmittenti ma se l’escursione è particolarmente impegnativa e potrebbe rivelarsi rischiosa, allora si può considerare anche un telefono satellitare per un’eventuale chiamata di soccorso.

Nel caso in cui sia un’escursione non particolarmente impegnativa e magari si effettua un percorso nel bel mezzo della città, allora l’attrezzatura può variare di molto e si può pensare di portare con se tutto il necessario per il divertimento, comprese attrezzature per fotografie e selfie.
A volte andando in città non vale la pena però portare cose inutili e pesanti, ad esempio sapendo che si possono comprare sul posto o sono presenti delle fontanelle, una bottiglia d’acqua piccola può anche bastare, a differenza di un’escursione nella natura che richiede almeno 1,5 litri da portare dietro.

In entrambi i casi una cosa utile può essere una mappa del posto, al giorno d’oggi siamo abituati ad usare sistemi tecnologici come gli smartphone per orientarsi attraverso mappe digitali, ma in realtà una mappa cartacea può tornare sempre utile per capire in quale direzione dirigersi.

 

Abbigliamento ed attrezzatura

Questo è un argomento un po’ particolare e molto vasto in realtà, in quanto le variabili da considerare su come vestirsi e quale attrezzatura portare possono cambiare di molto in base al tipo di escursione che ci aspetta. Basta pensare al tipo di luogo da affrontare (città, montagna, boschi, mare, ecc…) ed al clima, ma anche alla distanza fuori dalla civiltà e alla durata effettiva dell’escursione, per cui regolatevi sempre in base a tutte le considerazioni sul luogo dove andrete e le condizioni termiche.

Una costante per le escursioni però è sicuramente uno zaino sulle spalle! Non pensate di portare una borsa a tracolla oppure un piccolo marsupio, perché con molta probabilità a metà tragitto ve ne pentirete, uno zaino è ciò che serve e che vi permetterà di portar con voi tutto il necessario per la giornata.
Altra cosa da considerare sono sicuramente le calzature, nella maggior parte dei casi la scelta migliore potrebbero essere delle scarpe da trekking che vi permettano di camminare in qualsiasi tipologia di terreno, a volte però potrebbero bastare anche delle semplici scarpe da ginnastica.
Infine passando all’abbigliamento effettivo, come detto, varia molto dalle condizioni climatiche e dal luogo dove andrete, ma la cosa da tener sempre presente è quella di esser comodi, in quanto un’escursione, di qualsiasi entità sia, richiederà sempre un percorso da seguire ed una comodità strettamente necessaria, sono sconsigliati pertanto jeans o abbigliamenti stretti in generale che vi limiterebbero la mobilità.

 

Consigli aggiuntivi

Dopo aver visto l’abbigliamento, l’attrezzatura e l’occorrente da portar dietro è il momento di dedicare qualche parola ai consigli aggiuntivi da valutare di volta in volta.
Come ripetuto più volte, ogni escursione prevedere qualcosa da sapere prima della partenza differente da altre, per cui organizzate da prima un’ipotesi di tragitto da seguire per non trovarvi impreparati, ma soprattutto pensate a qualsiasi evenienza nell’escursione.
Portate una power bank con voi, nel caso in cui vi servirà utilizzare molto il vostro cellulare o qualsiasi dispositivo ricaricabile che potrebbe abbandonarvi a metà escursione.
Se starete fuori molto tempo ricordatevi un piccolo spuntino, delle barrette energetiche o dello zucchero per sopperire a eventuali abbassamenti di pressione per il grande affaticamento.
Inoltre, se siete in zone ricche di insetti ed animali selvatici, portate dei repellenti anti puntura ed una crema al cortisone per eventuali dermatiti da contatto o punture/morsi di animali.
Se il percorso da effettuare è difficoltoso, valutate anche un piccolo aiuto con delle staffe per camminata o in caso di stretta necessità potete anche adattarvi con un buon ramo resistente che in caso di forti pendenze può esser veramente una marcia in più, utile anche per tastare il terreno prima di affondarci i piedi.

 

Ecco qui tutto quello che c’è da sapere prima di partire per un’escursione, senza imbattersi in eventuali difficoltà o imprevisti. Considerate tutte le variabili possibili e pensate sempre al peggio, in modo da trovarvi preparati a qualsiasi evenienza, mantenete la calma ed affrontate le situazioni per riuscir sempre a tornare in casa con un grande bagaglio di emozioni ed una nuova escursione da organizzare per la volta successiva!

 

La via Francigena. La sua storia e le migliori tappe italiane

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LA STORIA
La Via Francigena è stata riscoperta principalmente a seguito della riscoperta del Cammino di Santiago de Compostela: una volta riscoperto il cammino sacro spagnolo si è cominciato a valorizzare e riscoprire i passaggi italiani verso Roma, battuti dai pellegrinaggi di secoli fa.
La Via Francigena prende inizio da Canterbury e, tramite due possibili valichi alpini giunge a Roma.
Storicamente il pellegrinaggio non finiva nella Città Eterna: di li il pellegrino aveva la possibilità di imbarcarsi e, attraverso rotte tipicamente pugliesi, raggiungere la Terra Santa, portando a termine un pellegrinaggio di tutto rispetto.
Le prime prove storiche dell’esistenza della Via Francigena risalgono fin dal IX secolo, ma sono del secolo seguente le testimonianze del compimento del tragitto da parte del vescovo Sigerico. Il documento in questione ha una notevole valenza storica: si tratta della prima descrizione dettagliata del pellegrinaggio lungo la Via Francigena.
E’ doveroso spiegare che, a differenza di quanto si creda, la Via Francigena non si tratta di un’unica strada: con tale locuzione si è sempre inteso un groviglio molto intenso di strade, sentieri e valichi che il pellegrino percorreva a piacere, o in base alle sue necessità.
Anche il passaggio attraverso le Alpi non è univoco e nel tempo ha subito alcune variazioni: principalmente i valichi sono due, quello attraverso il Gran San Bernardo e e quello sul Colle del Moncenisio.
I luoghi, gli scorci e i panorami mozzafiato cui si assiste durante il pellegrinaggio sulla Via Francigena sono moltissimi, perciò vediamo quali sono le principali tappe italiane di tale passaggio verso Roma.

LE PIU’ SUGGESTIVE TAPPE ITALIANE DELLA VIA FRANCIGENA

Una delle più suggestive tappe italiane della Via Francigena è sicuramente Fucecchio, che offre al pellegrino numerosi spunti di riflessione sulla storia italiana recente, ma anche medievale.
Molto interessanti sono i chiostri delle abbazie abbandonate, un tempo luoghi mistici popolati da frati, e oggi rivalorizzate al fine di punto di ristoro per il pellegrino in viaggio.
Altre tappe fondamentali sono Monteriggioni, Ponte d’Arbia e San Quirico, senza dimenticare la parte della Toscana confinante con il Lazio, che offre la possibilità di visitare Radicofani, il Monte Amiata ed Acquapendente.
Tutti luoghi ricchi di storia, religione ed introspettismo.

PERCHE’ PERCORRE LA VIA FRANCIGENA

La Via Francigena si tratta di un percorso non solo fisico, ma anche interiore. Soprattutto negli ultimi duecento-trecento chilometri la natura del viaggio offre moltissimi spunti di riflessione a colui che intraprende il viaggio.
Il viaggio può essere organizzato in base alla compagnia, alle proprie possibilità fisiche ed economiche, alternando tratte a piedi, in bici e con mezzi pubblici.
I luoghi di ristoro sono uniformemente dislocati lungo il cammino ed offrono protezione e sollievo al viandante.
I motivi per cui intraprendere un’esperienza di questo tipo sono moltissimi e non si limitano alla sacralità infusa nel percorso: l’organizzazione del viaggio può essere mossa dalla necessità di riscoprire noi stessi, di sfuggire alla frenesia e allo stress quotidiani così come di vivere un’esperienza unica, ed estrema a piacere, in compagnia di persone con cui si condivide un obiettivo.
Si tratta assolutamente di un viaggio da fare almeno una volta nella vita.

Viaggiare camminando: il Festival della Viandanza

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Gli eventi dell’estate. Il Festival della Viandanza

L’Italia, paese di tradizioni e festival, si accende di ricorrenze ed eventi durante tutto l’anno, ma è l’estate la stagione più calda. E non solo in senso meteorologico. Da nord a sud, da est ad ovest, d’estate il Belpaese dà il meglio di sé, con giornate dedicate a sagre popolari, festival in costume e feste di qualsiasi tipo. Tra le ricorrenze più peculiari d’Italia è da segnalare il Festival della Viandanza, un evento imperdibile che ha luogo in quel di Monteriggioni, splendido comune della Montagnola Senese. Il Festival della Viandanza ha molto di particolare, a partire dal nome. Per definizione, i viandanti sono coloro che amano camminare a lungo, muovendosi via terra utilizzando il mezzo più antico e funzionale della storia dell’umanità: le gambe. Ma i viandanti sono anche i protagonisti dell’evento in questione, caratterizzato da una vera e propria fiumana di persone che, come da tradizione, si preparano con tutta calma a raggiungere Monteriggioni. Il tutto, ovviamente, all’insegna della lentezza. Perché solo andando lenti è possibile godersi il viaggio.

Storia del Festival della Viandanza

Nato nel 2012 grazie all’idea di Movimento Lento, associazione creata con lo scopo di promuovere, pubblicizzare e favorire la bellezza unica del viaggio a piedi (perché, lo ribadiamo, non c’è viaggio più affascinante di quello realizzato sulle proprie gambe), nel corso degli anni il festival è diventato una vera e propria attrazione, una manifestazione in grado di attirare a sé un numero elevato di partecipanti provenienti da tutta Italia. L’evento ha luogo in quel di Monteriggioni per un motivo ben preciso: il paesino toscano, collocato nel cuore delle colline senesi e cinto da affascinanti mura medievali, sorge lungo l’antica via Francigena, sentiero che collega la Francia all’Italia e che in passato veniva percorso da pellegrini e crociati per raggiungere la Terra santa, imbarcandosi dalla Puglia. Location perfetta, dunque, per un evento unico che racchiude in sé tutta una serie di iniziative volte a diffondere l’uso delle gambe come mezzo principale per viaggiare.

Particolarità del Festival della Viandanza

Il Festival della Viandanza copre solitamente un arco di 2-3 giorni, durante i quali si svolgono manifestazioni e iniziative legate alla passione per la camminata. Particolarità del Festival, dunque, non è quella di ospitare un solo ed unico evento dedicato ai viandanti, ma più manifestazioni sempre inerenti all’argomento in questione: incontri con camminatori d’eccellenza, camminate spirituali (anche dette “meditative”), ma anche concerti e molto, molto altro. Da sottolineare anche come l’evento abbia assunto rilevanza a livello nazionale, tanto da vedere organizzate collateralmente altre iniziative strettamente legate al Festival della Viandanza (es.: la lunga camminata che, diversi giorni prima dell’evento, parte da Milano per raggiungere Monteriggioni in vista dell’inizio della manifestazione). Riassumendole, le caratteristiche del Festival possono essere così sintetizzate:

  • inizio nei primi giorni dell’estate;
  • svolgimento nel comune di Monteriggioni, ma con iniziative sparse in tutta Italia;
  • 2-3 giorni di durata totale;
  • manifestazioni diverse per un menù ricco e vario.

Festival della Viandanza: un’evento assolutamente da non perdere per tutti gli amanti della camminata.

Come scegliere una reflex

Con l’articolo di oggi ci occuperemo di fotografia, ed in particolare vi daremo alcuni consigli su come scegliere una reflex.

Se siete stanchi dei modesti risultati offerti dalle fotocamere integrate nello smartphone e dalle compatte economiche, il passaggio ad una reflex può essere la scelta migliore. Oltre a garantire una qualità d’immagine eccellente, questa tipologia di fotocamere vi permetterà di gestire ogni aspetto delle vostre foto, e dare così sfogo alla vostra creatività.

Ma quali sono le caratteristiche più importanti di una fotocamera reflex? E quali aspetti, invece, sono trascurabili? Prima di scoprirlo, facciamo una piccola precisazione: di seguito, troverete una serie di consigli generali su come scegliere una reflex, ma non parleremo dei modelli specifici. Se cercate una lista aggiornata dei modelli oggi in produzione, vi consigliamo di dare un’occhiata alla classifica delle migliori fotocamere reflex stilata da ABC Camera.

Non basatevi sul marchio!

Un errore che spesso si tende a commettere, quando si deve comprare una nuova fotocamera, è di dare troppo peso alla casa produttrice. Sui forum di fotografia, una dalle principali domande rivolte da chi cerca consigli su come scegliere una reflex è proprio: ”Meglio Canon o Nikon?”. Chissà perché, poi, tagliare fuori tanti altri validissimi produttori!

Benché, ovviamente, alcuni singoli modelli possano riuscire meglio di altri, qualunque produttore propone oggi fotocamere di tutto rispetto. L’unica considerazione degna di nota, a questo proposito, riguarda piuttosto gli obiettivi compatibili. Come forse già saprete, scegliere la fotocamera di un determinato marchio vincola ad impiegare obiettivi della stessa casa.

A seconda del tipo di foto che più vi piace scattare, alcuni marchi potrebbero avere una maggiore scelta di obiettivi idonei. Parliamo comunque di ambiti strettamente specialistici: per quanto riguarda le esigenze più comuni, troverete obiettivi compatibili con qualunque fotocamera.

Peso e dimensioni

Se siete abituati a scattare con uno smartphone o con una compatta, in un primo momento le dimensioni ed il peso di una reflex potrebbero scoraggiarvi, sebbene i modelli entry-level non siano, normalmente, troppo ingombranti.

Alle dimensioni più importanti tipiche delle reflex, comunque, si fa presto l’abitudine. Nel giro di pochi mesi, al contrario, apprezzerete la maggiore ergonomia che un corpo più grande assicura.

Risoluzione

La risoluzione di una fotocamera (o meglio, del suo sensore), come noto, è la dimensione in pixel che presenteranno le foto da essa registrate. È chiaro che una risoluzione maggiore è da preferire, ma vi consigliamo comunque di non interpretare questo dato come un aspetto fondamentale. Una differenza di qualche megapixel può passare in secondo piano rispetto ad altre caratteristiche della macchina fotografica.

D’altronde, qualsiasi modello oggi in commercio presenta una risoluzione più che sufficiente per un utilizzo amatoriale. Tenete anche conto che una risoluzione molto alta si traduce inevitabilmente in un deterioramento della qualità d’immagine, dovuta all’eccessiva densità di pixel sul sensore.

Autofocus

Contrariamente agli aspetti visti finora, l’efficienza dell’autofocus varia anche parecchio da reflex a reflex, anche tra modelli che rientrano nella stessa fascia di prezzo.

L’affidabilità della messa a fuoco automatica è determinata da diversi fattori, alcuni dei quali indipendenti dalla fotocamera (l’obiettivo, per esempio). In ogni caso, potete farvi un’idea di cosa aspettarvi controllando il numero di punti AF dei quali dispone la macchina.

Le fotocamere reflex più economiche in assoluto oggi in produzione dispongono di soli 9-11 punti AF, ma già i modelli appena più evoluti mettono a disposizione anche 30-40 punti, garantendo un’affidabilità nettamente superiore nelle foto d’azione.

Se però sapete già che fotograferete soprattutto soggetti statici (come paesaggi, persone in posa, nature morte, etc…) questo parametro potrebbe rivelarsi per voi trascurabile.

Connettività

Anche se non strettamente legata alla fotografia, la connettività di una fotocamera è uno di quegli optional ai quali difficilmente, oggi, si riesce a rinunciare. Molte fotocamere reflex recenti possono essere direttamente associate ad uno smartphone, ad un tablet o ad un computer, in modo da trasferire immediatamente gli scatti registrati.

Oltre che al fine di condividere rapidamente le nostre foto sui social, questa funzione può essere utile per fare un backup delle foto quando non abbiamo la possibilità di collegare la macchina via usb (durante i viaggi, ad esempio).

Infine, è possibile comandare lo scatto a distanza utilizzando il telefonino come una sorta di telecomando e – a seconda dei modelli – anche visualizzare l’inquadratura direttamente dal display dello smartphone.

Display LCD

Da diversi anni, tutte le reflex introdotte sul mercato dispongono della funzionalità Live View: consentono cioè di visualizzare l’inquadratura in tempo reale sul display LCD (così come avviene su compatte e smartphone).

Anche se, passando ad una reflex, non vedrete l’ora di inquadrare attraverso il suo caratteristico mirino ottico, lo schermo LCD resta l’opzione più comoda in una lunga serie di situazioni. Da questo punto di vista, esistono differenze anche marcate fra un modello e l’altro di reflex, sia pure nello stesso segmento di mercato.

Per dare un’idea, sulle reflex entry-level oggi in commercio, potrete trovare sia display con diagonale da 2,7” e risoluzione da 230.000 punti che schermi con diagonale da 3,2” e risoluzione di 1.040.000 punti.

Oltre che per comporre l’inquadratura, avere un display ampio e nitido consente di valutare meglio la qualità di una foto appena dopo lo scatto, per stabilire ad esempio se è leggermente mossa o fuori fuoco.

Le migliori calzature per andare in montagna

In questo articolo ci occuperemo di scarpe da trekking, dandovi alcuni consigli su come scegliere le migliori calzature per andare in montagna.

Le escursioni in montagna permettono di entrare in contatto con la natura, di ammirare paesaggi spettacolari e – allo stesso tempo – di mantenerci in forma. Da nord a sud, la nostra penisola offre d’altronde una miriade di percorsi, che attraversano territori eterogenei e presentano diversi gradi di difficoltà.

Tuttavia, il trekking è anche un’attività impegnativa, non priva di rischi. Allenamento, esperienza ed abbigliamento adeguato costituiscono elementi assolutamente imprescindibili.

Vediamo quindi come scegliere scarpe da montagna confortevoli ed adatte a praticare escursioni in tutta sicurezza.

Le migliori calzature per andare in montagna dipendono dalle vostre esigenze!

Chiariamo sin da subito che non esistono scarpe da trekking “migliori” in termini assoluti. Sul mercato sono presenti numerosissimi modelli con caratteristiche differenti: le migliori calzature per andare in montagna sono quelle che meglio si adattano alle vostre esigenze specifiche!
È bene concentrarsi, in particolare, su alcuni punti: la vostra esperienza in montagna, il tipo di terreno che più spesso affrontate, la durata delle vostre escursioni ed il carico che trasportate.
Nel caso vi trovaste frequentemente alle prese con percorsi dalle caratteristiche differenti, sarebbe opportuno (anzi, necessario) dotarsi di almeno due paia di scarpe da trekking.

Perché è essenziale scegliere le scarpe giuste?

Prima di proseguire, spendiamo due parole per spiegare a cosa sia dovuta l’importanza di scegliere le scarpe giuste per andare in montagna.

Come accennato poc’anzi, dalle scarpe che indossiamo durante le escursioni dipende innanzitutto la nostra sicurezza. Il rischio di scivolare è sempre dietro l’angolo e sarebbe pericolosissimo affrontare ghiaioni e terreni sconnessi con le scarpe da ginnastica che calziamo tutti i giorni in città. Molti degli infortuni che avvengono ad alta quota, sono causati proprio da calzature non idonee!
Affinché le escursioni in montagna restino un’attività piacevole (e non si rischi di terminare la giornata coi piedi indolenziti) le scarpe da trekking devono offrire un elevato grado di comfort e non stressare eccessivamente il piede.
Molto frequente, a questo proposito, è la formazione di vesciche, dovute principalmente alla sudorazione dei piedi durante il cammino. Per questo motivo, come vedremo più avanti, le migliori calzature per andare in montagna devono garantire una buona traspirabilità.

Differenza fra scarpe basse, scarpe alte, e “mid”

Una prima distinzione fra le varie scarpe da trekking, la più evidente “esteticamente”, riguarda la loro altezza. Da questo punto di vista distinguiamo fra scarpe basse, scarpe alte e scarpe “mid”.

Le scarpe da trekking basse sono tendenzialmente più comode e leggere, comportano un minore ingombro e permettono una maggiore agilità. Sono la scelta migliore per i lunghi cammini, anche di più giorni, a patto che il percorso sia privo di insidie. Dato che manca completamente una protezione per le caviglie, le scarpe basse non sono invece adatte alla nuda roccia ed in generale ai passaggi più difficili.

Le scarpe alte, i tipici scarponi da trekking, hanno caratteristiche opposte: la protezione della caviglia in questi casi è ottima, ed il piede resta stabilmente fermo all’interno della scarpa. Questa tipologia, si addice quindi ai percorsi più impegnativi, nei quali il terreno è accidentato o a prevalenza rocciosa.
La maggiore stabilità (e quindi sicurezza) fa sì che le scarpe alte ben si adattino a chi è alle prime esperienze in montagna, o a chi deve trasportare uno zaino particolarmente pesante.
Inoltre, le scarpe alte costituiscono sicuramente le migliori calzature per andare in montagna per chi in passato ha subito fratture ai piedi, slogature alla caviglia o altri traumi.

Le scarpe “mid” rappresentano una via di mezzo fra quelle alte e quelle basse, sia per quanto riguarda il comfort che la protezione. Il loro “collo” copre metà della caviglia ed è meno rigido rispetto a quello delle scarpe alte. Sono adatte ai sentieri non troppo difficili nei quali il rischio di incidenti è comunque limitato.

Impermeabilità e Traspirabilità

Viene da sé che una caratteristica essenziale delle calzature per andare in montagna (salvo casi eccezionali) sia l’impermeabilità. Anche se non pensate di fare escursioni sotto la pioggia, tenete sempre conto di potervi imbattere in un piccolo corso d’acqua da attraversare, in aree fangose o – semplicemente – nella rugiada del mattino.
Così come per qualsiasi capo, però, un tessuto impermeabile tende ad essere poco traspirante. Per questo motivo il materiale scelto per la tomaia riveste un ruolo fondamentale. Un tessuto sintetico molto impiegato nelle scarpe da trekking (e nell’abbigliamento tecnico in generale) è il Goretex.

Questa fibra è composta da numerosissimi micro-fori, troppo piccoli per lasciar filtrare l’acqua all’interno ma sufficientemente grandi da espellere il sudore (che evaporando diventa vapore acqueo). Mantenere i piedi perfettamente asciutti durante il cammino è essenziale per scongiurare il rischio di comparsa delle vesciche.

La Suola

La suola è la parte della scarpa a contatto diretto con il terreno: da essa dipende buona parte della stabilità ed è quindi uno degli elementi più importanti da considerare quando si scelgono le scarpe da trekking.
Le migliori calzature per andare in montagna presentano una suola semi-rigida, opportunamente tassellata per andare incontro ai diversi tipi di terreno che caratterizzano questi ambienti.

Scarpe da Uomo e da Donna

Nello scegliere le migliori calzature per andare in montagna, non bisogna trascurare il genere per il quale esse sono pensate. Esistono infatti scarpe da trekking per uomo e per donna, e molti modelli presentano appositamente entrambe le varianti.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la differenza non riguarda l’estetica delle scarpe (non solo, almeno). Anatomicamente, i piedi delle donne e degli uomini sono leggermente diversi: in particolare, a parità di misura, gli uomini hanno piedi un po’ più larghi, ed una buona calzatura deve sicuramente tenere conto di questo fattore.